mercoledì 7 agosto 2013

Barbarian: the ultimate warrior - Palace Software, 1987

Tornate indietro con la mente agli anni 80 e fatevi venir voglia di un sano picchiaduro uno contro uno: scordatevi combo, megamosse, effetti speciali e assurdità varie: la maggior parte di loro prendevano sul serio il concetto di “arte marziale”. 

Karate Champ, Way of the Exploding Fist o il sempreverde International Karate + decretavano la vostra vittoria in base al punteggio guadagnato atterrando gli avversari come in un vero incontro; niente barra di energia da depletare, niente fatality con cui annichilire il nemico quindi, ma una virile tenzone di abilità tra veri uomini. Piuttosto noioso se volete il parere di Steve Brown, programmatore alla corte della Palace con una sana passione per il filone Sword and Sorcery e vorace lettore della serie a fumetti The Savage Sword of Conan, basata sulle avventure del nerboruto eroe cimmero di Robert Ervin Howard. 
Il concetto dietro il successo di Barbarian era elementare: come un bimbo davanti ad una confezione di Lego nuova di pacca, così Steve ebbe carta bianca per realizzare il videogioco che aveva sempre voluto ma nessuno aveva ancora creato, pescando a piene mani dal background di Conan; dopotutto, dopo il buon lavoro svolto con i due Cauldron, la sua abilità era fuori discussione tra i boss della Palace, che si videro subito interessati all’idea di un gioco basato su duelli all’arma bianca. 

DooMbait. Lui sa.

Il malvagio stregone Drax ha messo a ferro e fuoco la Città ingioiellata per avere la prosperosa principessa Mariana, ponendo però una condizione: chi riuscirà a battere i suoi guerrieri potrà reclamare la libertà della dama. Uno dopo l’altro gli aspiranti campioni cadono finchè un guerriero solitario emerge dalle lande del nord… 
Se tutto questo sa di cliché che la metà basta non fa nulla; il valore di Barbarian risiede altrove, principalmente nel fanatismo del suo creatore che costrinse il povero assistente Gary Carr a dolorose sessioni di combattimento con spade di legno per replicare al meglio le movenze dei guerrieri del fumetto e dei due film di Schwarzenegger. In seguito le pose e gli attacchi più riusciti sarebbero stati riprodotti con cura nel gioco.

Don't lose your head. Ecco, così andava fatto il tie-in di Highlander...

 Prendendo spunto dai migliori picchiaduro dell’epoca, il sistema di comando era perfetto, concentrando tecniche offensive, difensive e parate (una vera novità per il genere) su un solo joystick in maniera assolutamente naturale ed intuitiva. Degni di lode anche la scaltra AI degli avversari controllati dalla CPU in grado di dare filo da torcere anche ai giocatori più esperti e la fantastica colonna sonora del compianto Richard Joseph, un capolavoro dalle tonalità possenti ed epiche che ben accompagnavano i convincenti effetti sonori. Critica e pubblico adorarono istantaneamente Barbarian, sia per la novità portata nel genere, sia per la realizzazione tecnica da manuale. Inizialmente programmato su c64, il gioco venne convertito su Spectrum, Amstrad ed Atari prima di fare il grande passo e arrivare sugli schermi dei 16 bit; in particolare la versione Amiga sfoggiava maggiore fluidità e velocità, impreziosita tra l’altro da ottimi effetti sonori campionati. 

L’anno seguente il successo sarebbe stato bissato da The Dungeon of Drax, seguito di gran classe che si discostava dalla formula a base di duelli del titolo originale per adottare una struttura da arcade adventure, caratterizzata da esplorazione e ricerca. Ovviamente il sangue e i feroci combattimenti del predecessore erano ancora al loro posto, stavolta affiancando al Barbaro la stessa principessa Mariana come personaggio giocabile contro orde di mostri fantasy. 

L'ultimo livello di Barbarian 2 è sostanzialmente uno scontro contro una serie di boss.
 
Indubbiamente però il gioco ottenne buona parte del suo reverenziale fascino per due motivi

In primis la cover, che mostrava il massiccio culturista Michael Van Wijk (vera celebrità dell’epoca in Inghilterra per il ruolo di Wolf nello show sportivo Gladiators) nella parte del Barbaro, ma soprattutto la formosa Maria Whittaker, celebre modella dalle generose forme, particolarmente valorizzate dal microscopico bikini indossato nei panni della principessa Mariana. 

Tuttavia il motivo che consegnò Barbarian alla leggenda del nostro hobby è l’infame colpo in grado di decapitare l’avversario e concludere in un istante lo scontro, particolare che donava ad ogni combattimento una tensione quasi palpabile. Memorabile lo humor nero che seguiva la decapitazione, con un goblin che prendeva a calci la testa del malcapitato mentre trascinava via il resto del cadavere per far spazio al prossimo massacro: decisamente non li fanno più come una volta.

4 commenti:

  1. Che signore, a tacere della nude patch che girava sotto il nome di Barbarian II Porno. E del cheat per avere Maria nuda in Barbarian I. Ooops! L'ho fatto io^_^

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  2. Ammetto che all'epoca non l'avevo, ma vidi una schermata secoli fa su un sito che si prefiggeva il nobilissimo scopo di raccogliere TUTTI i giochi zozzi per C64, con o senza patch. Se non erro Barbarian 2 porno era quello con lo splash screen ridisegnato, dove al posto del demone... ok ho appena googolato, come dicono i giovani. Ricordavo bene, a volte è una maledizione.

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  3. Ero tanto piccolo e Barbarian era per me il terrore assoluto. E nemmeno capivo bene il valore delle curve, insomma, davvero una storia triste.

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  4. Crom, all'epoca quindi non avresti risposto bene alla domanda "Conan, cos'è il meglio della vita?"

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