venerdì 4 gennaio 2013

Game of Thrones - Cyanide, 2012

Non che io sia un fan di Metacritics, però ci ho puntato il browser colmo di curiosità, tanto per vedere come se l'è cavata il nostro Game of Thrones. Cinquantotto su cento di media, che poi non mi sembra nemmeno un punteggio eccessivamente scarso considerati gli sganassoni che il titolo ha riportato dalle fonti da me consultate al momento dell'uscita: bordate di un certo livello, sufficienti a far desistere dall'acquisto ogni fan della famiglia Stark e dintorni.
Poi però i soliti saldi di Steam hanno avuto la meglio sulla ragione e sul portafogli, i maledetti.
Dopo venti ore di gioco devo dire di essermi comunque divertito, racimolando nel frattempo un discreto numero di emozioni tra le quali non spicca di certo il pentimento per i soldi spesi.
Scopriamo le carte: Game of Thrones è un titolo tecnicamente mediocre ma allo stesso tempo ispirato; nel suo codice convivono una realizzazione tecnica anacronistica e un intreccio narrativo genuinamente interessante sotto tutti i suoi aspetti

Non poteva mancare il Trono di Spade. No, non è possibile posarci sopra le regali terga: l'interazione con tutti gli elementi scenici è ridotta ai minimi storici.

Sì, il motore grafico si permette generose dosi di stuttering ogni volta che si ruota la telecamera su un sistema che fa girare al massimo Far Cry 3 o Witcher 2, per dirne un paio, ma il carisma dei due protagonisti e la storia scritta con la supervisione di George R.R. Martin sono notevoli. Che poi la "supervisione di George R.R. Martin" può voler dire molte cose, che ne sai, però tutta l'ambientazione sfrutta molto bene il lore di GOT, prendendo ispirazione dai libri e dalla serie televisiva, prelevando da questa la colonna sonora e le voci di James Cosmo (Mormont) e Conleth Hill (Lord Varys) per un doppiaggio di gran classe, sfortunatamente limitato alla lingua di Albione. Tra incesti, omicidi, voltagabbana e subdoli intrighi, Alester Sarwyck e Mors Westford sono chiaramente le pedine di un gioco più grande di loro, uno che segue fedelmente le regole dettate dalla fantasia di Martin senza sgarrare, senza che l'appassionato noti nulla fuori posto. Alester è un prete rosso di Braavos in esilio, mentre Mors un ranger della barriera inasprito da un passato misterioso: le loro strade si alterneranno durante quindici capitoli, facendo luce su una vicenda che tocca tutti i temi cari ai fan con ottimi risultati, nonostante una partenza lenta penalizzata forse da qualche luogo comune di troppo. 

Mors ha tatto da vendere: è praticamente un Clint Eastwood sotto steroidi, con tutto quello che ciò comporta.


Non è tutto oro quel che luccica però: Cyanide non ha alle spalle budget e esperienza, e si vede. Incertezze del motore a parte, la prima cosa che colpisce del gioco è l'interazione praticamente nulla con tutto quello che ci circonda: suppellettili, oggetti e armi ben visibili nelle ambientazioni non possono essere presi o esaminati, muri invisibili bloccano l'accesso e l'esplorazione è pesantemente condizionata dagli eventi narrati. Ad esempio una botola che ci permette di entrare in una casa al riparo dalle ronde delle Cappe Dorate può essere aperta solo quando richiesto dalla storia, né prima né dopo. Allo stesso modo le locazioni sono limitate, funzionali al dipanarsi della trama senza concessione alcuna, quindi perdonerete se Approdo del Re assomiglia ad un soleggiato sobborgo di provincia con una manciata di costruzioni esplorabili. Tutto questo penalizza la tipologia delle skill disponibili per i due protagonisti, completamente votate all'attacco e al supporto ma carenti nelle abilità più mondane come il borseggio o lo scassinare serrature. Anche i nemici sono testimoni di tali limiti: un'orda di soldati e banditi tutti simili tra di loro se non per gli stendardi sfoggiati e le armi in dotazione, senza nemmeno una piccola deviazione zoologica tipo chessò, un metalupo ogni tanto, via.
Ma tanto avrebbe poco senso, dato che le ambientazioni sono quasi tutte cittadine: non ci sono territori sconfinati da esplorare mentre ci si sposta da Castle Black a Riverspring ad esempio, poché tutti i viaggi sono gestiti istantaneamente su una scarna mappa strategica.

No, non è Guerra: ogni tanto, al termine di un combattimento, il gioco si concede qualche animazione extra per sottolineare drammaticamente il colpo finale.
Eppure, trama a parte, GOT ha qualche intuizione molto buona che rende l'esperienza piacevole nonostante tutti i limiti imposti. Il sistema di combattimento è intrigante e funziona bene: la lotta avviene in tempo reale, con la possibilità di rallentare l'azione per assegnare ordini al party, gestendo la resistenza in modo da avere sempre pronte tecniche speciali con cui interrompere gli attacchi più micidiali del nemico. Ancora, mi piacciono i vari tipi di armatura che spingono a sfruttarne le relative debolezze: le armi da taglio sono efficaci contro le protezioni di cuoio, quelle da perforazione sforacchiano le difese medie mentre martelli e affini sono il flagello delle armature pesanti.

Considerando che non ci sono incontri casuali con cui potenziare all'occorrenza i due eroi, padroneggiare i meccanismi in modo efficace è indispensabile per superare gli scontri più coriacei.

Sono anche apprezzabili le diversificazioni tra Mors e Alester: il primo può comandare mentalmente il proprio segugio per scovare bottino nascosto, seguire tracce e azzannare alle spalle gli ignari avversari, con quel pizzico di sotterfugio che spezza l'azione e permette allo stesso tempo di sfoltire le fila nemiche. Alester, d'altro canto, può usare i doni del Dio Rosso R'hllor per scovare passaggi e oggetti segreti durante l'esplorazione, oltre a ricoprire il ruolo di guaritore durante le battaglie.

Prima di incontrarsi, i due protagonisti cambieranno compagnia spesso, frequentando anche membri piuttosto improbabili...
Luci e ombre si alternano su questa versione digitale di Westeros: presa coscienza che quello che ci aspetta è un racconto interattivo con una spruzzata di RPG e non un Elder Scrolls ambientato nei Sette Regni, la storia lascia in bocca il sapore di acciaio, sangue e budella che ogni fan di Martin si aspetterebbe da una produzione simile. È da assaporare in quest'ottica, senza contare i poligoni su schermo, per gustarsi anche il fitto sistema di conseguenze che ogni decisione porterà andando avanti. Spesso i risultati sono righe di dialogo senza troppo peso, ma altre volte potrebbero fare la differenza, magari garantendo l'aiuto di un alleato inaspettato durante i combattimenti.  

A conti fatti abbiamo un nuovo caso stile Dragonriders of Pern (no, non quello della Epyx): dal poderoso materiale originale poteva uscire fuori un RPG di gran classe, invece abbiamo un gioco discreto, dove l'aderenza narrativa al mondo creato dall'autore e una manciata di buone idee controbilanciano limiti tecnici e ludici, risultando in un prodotto più che apprezzabile per l'appassionato, ma trascurabile per tutti gli altri. Se contate i giorni che vi separano dalla terza serie della HBO o dal prossimo libro prendetelo seriamente in considerazione, magari non a prezzo pieno.

Fila a scrivere, altro che camei...

lunedì 31 dicembre 2012

Another year over...

Finito il 2012, nel bene e nel male, a cosa avete giocato quando la real life vi ha concesso i cinque minuti liberi? Bella domanda: personalmente a un sacco di retrogiochi, ché con un trasloco in ballo hai la miglior scusa del mondo per ricollegare decine di console e computer all'arrivo, per vedere "se tutto funziona ancora" (e questa la aggiungiamo al grande libro ufficiale delle scuse).
In quest'ottica un titolo spunta supremo: Robotron 2084. Non giocavo così tanto a Robotron nemmeno negli anni 80, inconfutabile prova che quando un'idea è buona, non ci sono limiti tecnologici abbastanza forti da tenerla imbrigliata e relegata nel passato. Salutiamo quindi - a parte l'ovvia versione MAME che, con il doppio sick dell'amato/odiato pad Microsoft, è la morte sua - la conversione per Lynx, gran Visir della filosofia "un'altra partita e poi smetto", nonostante il sistema di controllo per forza di cose inadeguato, sul quale però si chiude un occhio volentieri. 
Grande Eugene Jarvis, la Time Machine sul prossimo TGM è tutta tua; è stato un piacere.
Per quanto riguarda i giochi nuovi ne ho assimilati parecchi: vi lascio qui una lista di quelli che mi hanno divertito maggiormente, in amicizia, così magari se ce ne sono altri che vi sono piaciuti e mi sono sfuggiti me lo fate sapere nei commenti, su faccialibro, via mail o telepaticamente, come volete. 

Ah, buon 2013 a tutti.

I dieci titoli del 2012 che dovresti giocare, secondo me.
in ordine rigorosamente sparso

Far cry 3


Dopo un primo episodio in bilico tra il giocone e il benchmark e un secondo, candidato al titolo di avatar della noia, Ubisoft centra il bersaglio con un titolo che prende ispirazione un po' ovunque, ma restituisce un'esperienza dove tutto funziona come si deve. Un'isola da esplorare in lungo e largo tra decine di missioni, personaggi carismatici e la natura selvaggia, che magari sarà anche una madre prodiga di doni ma, quando un appostamento va in malora perché una tigre da due quintali ha deciso che era ora della colazione, un po' la mandi a cagare. Doppiaggio in italiano stratosferico specialmente per Vaas Montenegro, il cattivo che amerete odiare. Momento incazzatura supremo: l'alimentatore del PC che saluta mentre mitragliavo uno squalo, ché dovevo costruirmi un portafogli più capiente. Momento fregatura supremo: nonostante lo abbia iniziato su PC, me lo regalano a Natale per PS3, uno di quei regali che non puoi riciclare. Oh, è bello anche su console.

Legend of Grimrock

Ne abbiamo parlato da queste parti, quindi risparmio i caratteri: il ritorno in grande stile dei dungeon crawler a caselle in un gioco che ho spolpato in una settimana scarsa giocando a ritmi superumani, tanto è bello. Ora con Steam Workshop i modder si stanno scatenando come previsto, con decine di nuove segrete pronte per essere esplorate. Erano anni che aspettavo di rituffarmi in uno dei miei generi preferiti.

Zombie U

Zombie U è un po' come quella compagna del liceo forse non bellissima, ma con con cui stavi troppo bene assieme e che magari poteva diventare qualcosa di più importante. Titolo di lancio per la nuova macchina Nintendo da parte dell'attivissima Ubisoft, presenta meccaniche survival horror che funzionano davvero, altalenando nemici davvero spaventosi (un morso e sei fuori dai giochi, pronto per infoltire i ranghi dei non morti) ad un uso convincente del pad WiiU, strumento tuttofare con cui cercare rifornimenti, tenere d'occhio mappa e inventario, risolvere enigmi nonché far saltare allegramente i nervi, con quel diabolico radar in grado di aumentare il battito cardiaco ad ogni maledetto bip. Giocare ZombieU vuol dire provare tensione vera, paura di quello che può nascondersi dietro ogni angolo e a volte perdere il controllo, consumando un caricatore alla cieca quando i morti viventi incalzano. Il tutto in modo sottile e snervante, senza espedienti tipo cani zombi che sfondano improvvisamente le finestre, per capirci. Il fatto che i rifornimenti persi debbano essere recuperati ad ogni "reincarnazione", pena la perdita definitiva di tutto quello che si era faticosamente raccolto stile Dark Souls, la dice lunga sul potenziale di ZombieU, ma una realizzazione tecnica appena discreta e un sistema di combattimento piatto come pochi ne limitano la bellezza. C'è solo un'arma corpo a corpo da usare nel gioco, tra l'altro non potenziabile: quasi ogni incontro si svolge con quattro colpi in testa e uno spiattellamento finale per concludere, un iter che diventa noioso e prevedibile dopo le prime ore. Ci sono parecchie armi da fuoco, ma la scarsezza di munizioni spinge sempre e comunque a preferire l'odiata mazza da cricket. ZombieU non è una Killer Application per Nintendo, nossignore. Street Fighter 2, Lords of Thunder e Thunderforce IV: queste erano KA; ZombieU è un gioco molto buono, ma non è quello che spingerà la gente a far man bassa della nuova macchina. Ha tuttavia un potenziale enorme, che mi auguro di gustare appieno nel seguito.

Retro City Rampage

Lo abbiamo aspettato per anni e alla fine non è stato apprezzato da molti, con le sue missioni che si riassumono inequivocabilmente in "vai da A a B, uccidi tutti e torna alla base". Io ne vado pazzo per via dello stile retro e delle citazioni, spalate in quantità industriale in faccia al giocatore. Disorientanti nella loro abbondanza e commoventi per chi gli anni 80 li ha vissuti di persona con gli occhi di un ragazzino, in fissa con videogiochi, cinema, musica e televisione. Poi diciamo la verità, la missione ispirata ad Impossible Missione della Epyx mi ha praticamente venduto da sola il gioco, ma qui Brian Provinciano ha colpito con cattiveria un mio punto debole. Ci sono anche i saldi di Steam al momento, quindi decidete da soli se questo GTA in salsa 8 bit vale i soldi che chiede. Momento incazzatura supremo: il gioco disperso senza giustificazione sul PSN europeo, con tanti saluti alla mia nobile intenzione di giocarlo su Vita.


Borderlands 2

Esempio perfetto di come deve essere fatto un "more of the same": Gearbox riprende il predecessore e lima adeguatamente tutte le imperfezioni, consegnandoci un titolo che non stravolge nulla della vincente formula originale, ma la migliora con sapienza. Dieci e lode per un doppiaggio italiano da antologia, specie per la figura di Jack il bello, il nuovo antagonista. Si presenta come un cattivo da operetta il nostro jack, tra battute sboccate e un ego di quelli antipatici, ma andando avanti la questione con lui diventa più personale, la tensione cresce e dopo lo scontro finale ti ritrovi con un sorriso compiaciuto sulle labbra, dopo aver sparato l'ultimo proiettile. Con il rischio di farmi mandare a cagare dalla razza umana, dico che Jack è uno dei cattivi più interessanti dai tempi di SHODAN.
Ah, ci sono i soliti milioni di armi da fuoco, niente paura.

Dragon's Dogma

Anche di questo abbiamo già parlato quindi vi rimando qui, che si è fatta una certa ora. Da notare che, con il rilascio della difficoltà aggiuntiva via DLC gratuito, forse il NG+ ha ora un senso. Non so, mi è venuta la curiosità: se la preparazione del cenone non ruba troppo tempo quasi quasi mi faccio un giro volentieri nel pomeriggio. Niente auguri di buon anno al mio amico che ha abbandonato il gioco dopo il prologo a causa dei cali di frame, negandosi il piacere di una delle esperienze fantasy più belle dell'anno. Attendiamo, tra l'altro, il DLC Dark Arisen: Capcom ha già detto che Dragon's Dogma verrà ulteriormente sfruttato durante l'anno che verrà e questo non è affatto un male, considerando che per giocare a Dark Souls 2 dovremo aspettare il 2014...

Transformers: Fall of Cybertron

Di questo non ne abbiamo parlato, anche perché ne ho curato la recensione sulle pagine di TGM dopo averlo finito su 360 e PC, quindi ero in zona indigestione. Ma è il miglior gioco basato sui robot Hasbro, c'è una lunga campagna che alterna le forze degli Autobot a quelle dei Decepticon, ora i personaggi hanno abilità distintive, la modalità multigiocatore Escalation è divertentissima e, sopratutto, SI USA GRIMLOCK CHE SPACCA TUTTO, DIVENTA TIRANNOSAURO E MASTICA I DECEPTICON. Se eravate fan dei Transformers negli anni 80, l'ultima frase dovrebbe bastare per candidarlo al titolo di gioco dell'anno; tutti gli altri sappiano che FOC rimane comunque un signor sparatutto in terza persona.

LEGO lord of the Rings

Ho un amico che lavora per Traveller's Tales, conosciuto anni fa sul forum di Retro Gamer. Ogni tanto riesco a carpire qualche informazione in anteprima, ma sull'adattamento a base di mattoncini della trilogia di Jackson non avevo molte curiosità, poiché la formula ha iniziato a scocciarmi da qualche anno. Il suo commento però fu qualcosa tipo "just wait man, this one's gonna be awesome" e devo dire che non aveva torto: se come me ne avete le tasche piene di mattoncini colorati, dovreste dare una possibilità all'avventura di Frodo e compagni. La Terra di Mezzo da esplorare in lungo e largo tra le varie missioni funziona molto meglio della caotica Gotham in LEGO Batman 2, offrendo molte quest secondarie con cui sbloccare un quantitativo assurdo di premi, da personaggi ad oggetti in Mithril con cui andare a caccia di tutti i segreti nascosti, e sono davvero tanti. Chi si spara i giochi a predifiato avrà a che fare comunque con un'avventura piuttosto lunga, che copre i tre film/libri con il solito humor tipico della serie LEGO (c'è anche un cameo di Peter Jackson nel Fosso di Helm), ma i perfezionisti avranno da giocare per settimane alla ricerca di tutto quello che il titolo nasconde.

The Walking Dead

Se dovessi nominare il gioco dell'anno, la serie di Telltale sarebbe tra le prime scelte. Ne abbiamo parlato poche settimane fa e continuo a raccomandarla a chiunque. Il primo episodio è anche gratuito su IOS, anche se vi indirizzo umilmente sulla versione PC da recuperare ora, in extremis, prima che finiscano i saldi di Natale di Steam.

Mass Effect 3...

...con il suo finale da putiferio, ma che ho trovato assolutamente impeccabile. Personalmente è stata la degna conclusione di una delle più belle serie di fantascienza videoludiche  e non, una di quelle che lascia in bocca il sapore della megaproduzione di alto livello. Raccomandarlo è una formalità per tutti quelli che hanno concluso i capitoli precendenti e sono moralmente obbligati a vedere come finirà la lotta contro i Razziatori; gli altri possono sempre tuffarsi in uno degli universi immaginari più riusciti di sempre con la Mass Effect Trilogy, in modo da giocare di fila tutti i capitoli: ammetto di essere quasi invidioso...