sabato 4 agosto 2012

Vectrex - GCE 1982

A volte sei lì sulla Baya, a gettare le tue reti sperando in una buona pesca che nemmeno il Pescatore di Bertoli. Succede quindi che, tra le miriadi di aste seguite, tra le tonnellate di cartucce e CD che arrivano quotidianamente a casa e in ufficio, capiti uno degli oggetti del tuo desiderio nerd ad un prezzo particolarmente competitivo.
Oh, sarà anche il destino, ma nella stessa settimana, da un altro venditore altrettanto francese, l'amico collezionista Andro del forum di TGM fa lo stesso acquisto, e i due Vectrex arrivano nelle rispettive case il medesimo giorno.
Abitazioni che aspettavano il lieto arrivo da trentanni circa, dribblando con classe prezzi da strozzino come il tizio che chiedeva per console e quattro giochi la bellezza di quattrocento euro, da devolvere rigorosamente in medicine.
Meglio tardi che mai, insomma. 

Giocare due partite a Berzek contemporaneamente affiancando un ICade: Wade Watts sei un pezzente.
Ah, il Vectrex. Iconico per una generazione videogiocatori pre-crash, nell'era spaziale dei primi anni 80, quando un videogioco doveva avere per contratto "Space" o "Star" nel titolo.
In quegli anni John Ross recuperò un monitor militare di appena sei pollici, rozzo e in grado di mostrare solo numeri, ma ciò fu sufficiente a innescare la scintilla ludica. Da qui realizzò un prototipo chiamato Mini-Arcade, un rudimentale videogioco collegato ad un CRT da cinque pollici a vettori al posto del canonoco raster e lo presentò alla Kenner Toys senza successo.
Al contrario Ed Krakuer, fondatore della General Computer Electronics con un passato in Mattel, intuì il potenziale del prodotto nel Settembre 1981 e si dichiarò interessato a commercializzarlo, a patto di vederlo finito e funzionante per il CES di Giugno dell'anno seguente con uno schermo più grande.
John e l'amico Jay Smith optarono quindi per un nove pollici verticale con un Motorola 6809 e una ROM di otto k, quattro per il sistema operativo e quattro per Mine Storm di John Hall, un clone di Asteroids giocabile all'avvio della console. La mancata schermatura tra i cavi audio e il CRT diede vita al caratteristico ronzio di sottofondo della macchina.
Quel che segue è storia: la GCE venne comprata dalla MB nel 1983 giusto in tempo per assistere all'implosione del mercato videoludico con il grande crash e nel 1984 il Vectrex smise di essere prodotto, nonostante la distribuzione in Europa e Giappone oltre agli Stati Uniti.
Un peccato, perché fascino a parte, è una macchina davvero all'avanguardia per i tempi. Fu la prima a vantare un visore 3D molti anni prima del Master System di SEGA ad esempio, con un disco colorato da montare sulla periferica incluso nella confezione dei giochi che supportavano l'effetto.

Il costoso 3D Imager. Il disco che si intravede davanti viene fatto girare da un motorino incredibilmente fragile...

Girando davanti agli occhi, questo dava l'impressione della terza dimensione e del colore in giochi come 3D Narrow Escape, un doppio traguardo dato che lo schermo a vettori del Vectrex è esclusivamente monocromatico.
Il programmato Vectrex 2 con un ingegnoso monitor a fosfori colorati distribuiti su livelli non vide mai la luce, quindi per sfuggire al bianco e nero senza friggersi gli occhi con il visore (che, per la cronaca, vanta prezzi da rapina a mano armata al giorno d'oggi a causa della rarità e della fragilità) ogni gioco offre nella confezione un overlay in plastica trasparente da sovrapporre allo schermo, spesso con una piccola legenda alla base che ne riassume i comandi. 
In Mr. Boston, una versione modificata del clone di Pac-Man Clean Sweep scritto da Richard Moszkowski, l'overlay mostra il logo dell'omonima marca di liquori e testo promozionale. Si tratta del gioco più raro per il sistema e al giorno d'oggi se ne contano pochi esemplari conosciuti, la maggior parte dei quali incompleti.

La foto della confezione la prendiamo da Google, ché con i prezzi che corrono non credo ne rivedremo altre a breve...

Notevole anche la penna ottica, supportata da sole tre cartucce, ovvero ArtMaster e AnimAction che permettevano di disegnare e animare, e dal musicale MelodyMaster con cui comporre musica e giocare ad un sottogioco alla Simon. Ma alla fine, collezionare il Vectrex non significa devastare il portafogli tra giochi irraggiungibili e periferiche proibitive. Quando Jay Smith riottenne negli anni 90 i diritti sui giochi prodotti da GCE e MB, li rese liberamente disponibili per tutti gratuitamente. Per questo motivo una delle più diffuse produzioni homebrew per la console sono le multicart contenenti l'intera ludoteca per la macchina, spesso e volentieri comprendenti un nutrito numero di software postumo creato dagli appassionati in tempi recenti.

Nella lista degli homebrew da avere svetta sicuramente Patriots, eccellente clone di Missile Command che vanta addirittura una versione di Breakout nascosta come easter egg, nonché Rockaroids Remix, la conversione di Asteroids Deluxe che il Vectrex ha sempre voluto ma nessuno ha mai osato chiedere ad Atari. Entrambi sono ad opera di John Dondzila, ma la fanbase è veramente ampia e non si limita a creare nuovi giochi, estendendo la propria passione anche al mondo delle periferiche

Di certo non sono stato io a dire che sarebbero state anche utili però...
Per quel che mi riguarda, da buon maniaco del genere, aspetto che Vec Fu si evolva da tech-demo glorificata e diventi un gioco completo da acquistare.

Non posso non avere un picchiaduro per Vectrex, è immorale.

Al giorno d'oggi, alla bellezza di trentanni dal debutto, riaccendere un Vectrex è un'emozione incredibile per chi inseriva le cento lire nel coin-op di Asteroids in una sala giochi lontana lontana.
Il MAME può fare del suo meglio per emulare l'estetica di Lunar Lander, Star Castle e derivati, ma la resa finale è una pallida (letteralmente) imitazione di ciò che offre un vero schermo a tecnologia vettoriale. Con il suo look  unico, i joystick analogici e una ludoteca di appena 27 titoli commerciali, collezionare il Vectrex è un'attività fattibilissima e esaltante anche senza sborsare capitali.
A patto di trovarne uno perfettamente funzionante, ovvio.

5 GIOCHI CHE DOVRESTI AVERE, SECONDO ME.
(in ordine rigorosamente sparso)

Star Castle - 1983



Cosa c'è di più iconico dell'unica conversione di un classico vettoriale della Cinematronics sull'unica console a tecnologia vettoriale?

Al centro, mentre Egon, Peter e Ray discutono di come battere il record attuale.
La conversione di un classico vettoriale che fa bella mostra di sé nella sede dei Ghostbusters! Un fattore 80s maggiore di questo lo ottieni solo parcheggiando la De Lorean e K.I.T.T. vicino alla Ecto-1. Questo gioco è fantastico, fornì l'ispirazione a Howard Scott Warshaw per il leggendario Yar's Revenge su VCS donandogli fama e gloria, prima che lo stretto limite di tempo imposto da Atari per il tie-in di E.T. lo consegnasse alla storia dei videogiochi come l'ultimo degli stronzi. Gli scudi rotanti della fortezza al centro dello schermo devono essere abbattuti prima di colpirne il punto debole e avanzare, ma mine a ricerca, pareti rigeneranti e la letale mira del tutt'altro che inoffensivo bersaglio richiedono riflessi fulminei anche solo per superare il primo livello. Magnetico come pochi nella sua caccia al punteggio più alto e, per inciso, il forum di Atari Age organizza tornei anche per Vectrex, se ve la sentite di confrontare i vostri record con quelli dei migliori.

Scramble - 1982

Uno dei miei sparatutto preferiti dell'epoca d'oro interpretato con successo dal Vectrex. Scramble fu il primo sparatutto a scorrimento orizzontale  forzato con livelli differenti, e questa versione ha tutte le caratteristiche dell'originale Konami. Tre livelli di difficoltà assicurano che la missione di bombardamento nella base nemica tra contraerea, nemici e carburante agli sgoccioli non diventi mai una passeggiata. Dalle informazioni fornite da Konami in Gradius Galaxies e Gradius V, Scramble è da considerarsi come il primo episodio della fortunata serie di shmups.


Minestorm - 1982

Il gioco incluso nella memoria del Vectrex, una vera Killer Application impossibile da abbandonare. Ovviamente questo non era quello che pensava il programmatore John Hall che creò solo 13 livelli, convinto che nessuno sarebbe mai riuscito a andare oltre. Si sbagliava, e la GCE dovette inviare una versione aggiornata del gioco, Minestorm 2, a tutti coloro che si erano imbattuti nel curioso "bug" che impediva di andare oltre. Considerando che anche solo arrivare al livello 13 in questo clone di Asteroids è un 'impresa e che all'epoca non esisteva il tam tam di internet per diffondere le notizie, Minestorm 2 è probabilmente la cartuccia più rara per Vectrex dopo Mr. Boston. Niente paura però, le versioni successive della console avrebbero avuto in memoria direttamente la versione aggiornata del gioco con i suoi presunti 255 livelli.

Fortress of Narzod - 1982

Uno sparatutto a schermo fisso dove i proiettili del giocatore rimbalzano sulle pareti di un pendio, eliminando gli avversari dietro gli angoli con sapienti giochi di sponda ma anche il mittente se sparati con incuranza. Numerosi livelli e una discreta schiera di nemici dai diversi comportamenti garantiscono una buona sfida sulla strada per il confronto contro Narzod in persona.


Pole Position -1983

Uno degli ultimi giochi commerciali per la macchina, Pole Position è una buona conversione del capolavoro Namco e rappresenta indubbiamente il miglio gioco di guida sul sistema con buona pace di Hyperchase, a sua volta ispirato a Turbo di SEGA. I quattro pulsanti del controller uniti ad un buon uso dell'analogico permettono di guidare e scalare le marce con naturalezza, mentre lo speaker riproduce discretamente il sonoro del coin-op. Molto buona la velocità e la realizzazione della monoposto principale, decisamente trascurabile la resa degli avversari, poco più che sagome inanimate.