lunedì 6 maggio 2013

Far Cry 3: Blood Dragon - Ubisoft, 2013

Per il sottoscritto, il film ideale è composto da un primo tempo in cui marine vari si scambiano one liner dentro un'unità da trasporto, possibilmente con Long Tall Sally in sottofondo. Segue il secondo tempo in cui sbarcano, fanno saltare tutto in aria con un'altra generosa dose di one liner per sottolineare le uccisioni salienti, salvano il mondo e tornano a casa, senza ovviamente scordare qualche one liner finale.

Insomma, devono scoppiare cose, morire nemici e ci devono essere tonnellate di frasi ad effetto.

È un'immagine comprensibile per chi ha vissuto appieno la filmografia d'azione degli anni ottanta, dove gli attori erano nati pronti, gli alieni uscivano dalle fottute pareti, un nemico che crepa sfondando un cartellone colpisce nel segno e Arnold Schwarzenegger, da solo, era il miglior effetto speciale possibile. Blood Dragon è l'espansione che non ti aspetti, quella che tutti i visitatori del sito ufficiale avevano preso per un pesce d'Aprile, quella che non avresti mai osato chiedere ma che hai desiderato praticamente da sempre. 

L'aveva detto Jesse Ventura che quel tabacco avrebbe avuto un simile effetto...
Ma, sopratutto, quella che vorrei vedere evolversi in qualcosa di più grande in futuro, ora che ho messo a riposo il pad fumante dopo una decina di ore di gioco. Blood Dragon trasuda passione per il decennio degli eccessi in ogni suo byte, carico di citazioni a pellicole, mode e serie televisive, incorniciando il tutto nella sua estetica fluo al ritmo della superba colonna sonora degli americani Power Glove, che riesce a esaltare ancora di più l'azione - nel remoto caso in cui fosse necessario - con il suo brillante mix di sintetizzatori e riff di indubbia potenza.

Sì, Blood Dragon è davvero così cazzuto.

Non poteva essere altrimenti un gioco ambientato nel 2007 (il futuro prossimo, almeno per gli standard degli anni ottanta) in cui impersoni Rex Power Colt, cyborg da combattimento sulle tracce dell'Omega Force, unità ribelle guidata dal disertore Colonnello Sloan. Un tizio che sembra la risposta robotica al Bennet di Commando con cui Rex avrà più di un conto in sospeso prima del finale, facendo attenzione a non trascurare neppure uno dei cliché  che hanno reso classici i film a cui il gioco rende omaggio in un susseguirsi di violenza e testosterone, con gli intermezzi narrati da schermate bitmap semistatiche che tanto piacciono agli amanti del retrogaming.

Blood Dragon non necessita del Far Cry originale e ve lo portate a casa per poco più di una decina di euro, siti di chiavi permettendo, e presenta quasi tutto quello che ha reso il gioco Ubisoft uno dei più acclamati titoli dell'anno scorso, solo in formato bignami. L'isola da esplorare è sempre lì, così come resiste la formula a base di avamposti da conquistare per sbloccare missioni bonus e potenziamenti per le armi, tuttavia il discorso degli animali da cacciare, dei tatuaggi e delle erbe da raccogliere è sparito. Rex ottiene miglioramenti e bonus esclusivamente accumulando esperienza e salendo di livello, fino al trentesimo; sfortunatamente raggiungere un simile traguardo vuol dire dedicarsi in lungo e largo alle missioni secondarie e al conseguimento degli obiettivi, perché purtroppo la storyline principale è dannatamente breve, troppo breve.

I potenziamenti per le armi si ottengono grazie alle missioni secondarie. I proiettili esplosivi per il fucile di precisione sono quasi un cheat...
Correndo a perdifiato verso i titoli di coda, tralasciando la ricerca di collezionabili e missioni extra, è possibile completare Blood Dragon in quattro ore, una durata che lascia l'amaro in bocca perché della spacconeria di Rex non ne avresti mai abbastanza. Un po' come il Duca, con meno sessismo ma strabordante di carisma: non per niente in lingua originale è doppiato da Michael Biehn, il Kyle Reese di Terminator e Dwayne Hicks in Aliens. Affrettarsi è male non solo per le finanze, ché a nessuno piace disinstallare un gioco comprato il giorno prima, ma anche perché si rischia di perdere decine di citazioni nascoste un po' ovunque, tra le televisioni e le VHS da collezionare o nelle missioni secondarie; tra queste ce n'è una ispirata alle Teenage Mutant Ninja Turtles che è assolutamente geniale.

Un fucile a canne mozze sparato a bruciapelo contro un cyborg armato di gatling: la perfezione in un'immagine.
Fattore macho a parte, Blood Dragon non si limita ad un reskin in chiave fantascientifico delle Rook Island, aggiungendo alcuni elementi. Il più importante sono i Blood Dragon del titolo, rettiloni fluorescenti in grado di sparare laser dagli occhi attorno ai quali occorre muoversi con prudenza, sfruttando la limitata vista dei bestioni per sgattaiolare via accovacciati. Fortissimi e estremamente resistenti rappresentano i più coriacei abitanti del gioco, tanto che Rex può sfruttarli a suo vantaggio con un pizzico di astuzia, adescandoli verso i nemici grazie ai succulenti cuori cyborg da strappare dai cadaveri degli avversari. Inoltre, da bravo protagonista tostissimo, Rex può eseguire uccisioni furtive a catena e, nel caso in cui la distanza dal prossimo bersaglio fosse eccessiva, lanciare uno shuriken per completare la serie. 

"Dillon, gran figlio di puttana!"
Graficamente il look fluo restituisce un coreografico effetto retro-tech, sebbene la palette piuttosto monotona non sia in grado di competere con il lussureggiante paesaggio di Far Cry 3; promosso senza riserve l'adattamento curato da Synthesis che si permette di utilizzare qualche contaminazione italiana qua e là con ottimi risultati, come ad esempio l'incipit di Ken il Guerriero durante la presentazione.

Francamente mi ha fatto cadere le braccia l'inispirato richiamo a El Diablo dei Litfiba, tuttavia nel mare delle citazioni offerte posso chiudere un occhio su una che non ho gradito: durante il gioco ci sono omaggi più o meno subdoli a Terminator, Robocop, Predator, L'Armata delle Tenebre, Rocky IV e parecchio altro, rendendo l'avventura ancora più gustosa per l'appassionato di cinema d'azione.

Avanti Ubisoft, ora vogliamo un Blood Dragon 2 fatto come si deve, possibilmente con una massiccia componente cooperativa multigiocatore. Perché i ragazzini di ieri, quelli che passavano assieme il Sabato sera noleggiando tonnellate di videocassette con oscuri film d'azione, magari non si sono ancora stufati di giocare a Rambo e Commando.