venerdì 27 gennaio 2012

Questa PSP proprio non la vogliamo far morire (forse)

Questo se fosse vero il rumor al momento non confermato proveniente da Game Wave, rivista videoludica dalle parti di Hong Kong.


Monster Hunter Portable 3 G, strilla a caratteri cubitali la copertina, a DICEMBRE 2012 sul vecchio catorcio Sony ma con controlli ottimizzati per Vita. Nuovi mostri, armi, moveset, posti di lavoro per tutti in una news che potrebbe essere più falsa di una banconota da due euro al momento, proveniente da un non meglio identificato "insider Capcom".

Con il suo logo stile "una botta di Photoshop e via" e il collage di personaggi e mostri presi un po' ovunque senza senso, l'illustrazione ispira al momento tanta credibilità quanto la manovra Monti, specie con un Monster Hunter 4 ufficialmente in cantiere. Vedremo sul prossimo Famitsu.

mercoledì 25 gennaio 2012

Player One: il libro nerd che dovresti leggere

Con questa bella edizione ad opera della ISBN mica lo vuoi lasciare sullo scaffale della libreria?

In un futuro distopico stretto alla gola da una profonda crisi planetaria, l'unica valvola di sfogo è rappresentata dal sano straniamento offerto da Oasis, un videogioco massivo online che per molti simboleggia l'unica alternativa alla grama vita di tutti i giorni.

Oasis nasce dalla mente di James Halliday, un game designer a metà strada tra Richard Garriott e Gary Gygax che riprende dal primo il motto we create worlds fin troppo seriamente; con il passare del tempo il programma diviene così radicato nella coscienza popolare da essere oggettivamente usato come alternativa al fatiscente mondo reale.
La sua funzione trascende quindi l'iniziale anima ludica per ospitare tra i pianeti programmati nella sua memoria istituzioni come biblioteche o scuole, a fianco a riproduzioni della Terra di Mezzo e metropoli cyberpunk.

Ma quando Halliday tira le cuoia lo fa con stile, organizzando per i posteri una caccia al tesoro con in palio ricchezze senza fine e, presumibilmente, il potere assoluto sul prezioso universo virtuale.

Il vegliardo non ha però intenzione di regalare il bottino: ossessionato in vita dagli anni 80, lascerà dietro di se sibillini indizi comprensibili solo dal più disperato fanatico del decennio degli eccessi, dando vita ad un'ossessione collettiva per la cultura popolare di quegli anni al fine di ottenere le tre chiavi che, una volta riunite, apriranno le porte per l'ambito premio.

Ciò che segue nelle oltre 600 pagine di Player One (Ready Player One in lingua originale) è una lettera d'amore rivolta a quegli anni in cui ce la facevamo tutti sotto tra guerra fredda e una Chernobyl che esplodeva dietro casa, ma eravamo troppo presi dall'ascoltare i Queen sul nostro walkman Sony mentre inserivamo le duecento lire in Ghosts'n'Goblins per accorgercene veramente.

Un romanzo scritto da un geek per i geek, quell' Ernest Cline che, con Fanboys, si ritagliò nel 2008 un posticino di tutto rispetto nei cuori dei nerd di un certo livello. 

O almeno di quelli che dormono con il poster de L'Impero Colpisce Ancora sopra il letto (...coff coff...)

Ernest Cline va solitamente in giro così. O almeno te lo augureresti

Proprio per questo si tratta di un libro piuttosto settoriale: scorre veloce e appassionate per gli "addetti ai lavori" grazie alla forte iconologia delle citazioni che infestano ogni pagina, impressa a fuoco nell'anima del pubblico a cui si rivolge.
Musica, film, videogiochi e tanto altro vengono continuamente tirati in ballo rendendo fiero colui che riesce a cogliere e si riconosce in ogni allusione, ma lascia basito il lettore occasionale che non ce la fa proprio a dipingersi nella mente la hall della Tyrell Corporation con i suoi gufi artificiali né sa quale vecchio coin op si nasconde nel video di Subdivision.

Ciò rende il libro, ovviamente, una lettura assolutamente imperdibile per il lettore medio di queste righe.

In tutto questo il protagonista Wade Watts, con la sua allitterazione nel nome obbligatoria per tutti i supereroi Marvel iscritti all'albo, risulta a volte troppo forzato, finto, creato a tavolino. Inizialmente sfigato e credibile con il suo avatar di livello 1 buono solo a frequentare la scuola sul mondo di partenza, durante il libro "grinda" come nemmeno un undead rogue dei bei tempi andati, fino a diventare una megastar nel mondo dei gunter, i cacciatori dell' Easter Egg di Halliday.
Fin qui tutto bene, ma la sua passione sfrenenata è accompagnata da un sapere enciclopedico sulla cultura geek che sfiora l'onniscenza e, specie nella parte finale, i suoi piani sono avanti una decina di mosse rispetto al nemico, la classica megacorporazione malvagia che può permettersi a suon di moneta sonante tutte le menti e le risorse del mondo, ma che non riesce proprio a mettere nel sacco un nerdone all'ultimo stadio.

Ironicamente, in una storia che parla di un intero universo virtuale, forse il personaggio meno credibile è il suo protagonista in carne e ossa.

Ma è un parere soggettivo e, in fondo, il lettore presto comincia a mettere da parte Wade, più interessato a analizzare per i fatti suoi gli indizi e le citazioni sparse per i pianeti di Oasis e a ripassare mentalmente le tecniche per vincere a Joust o ricordare cosa indossava Peter Weller in Buckaroo Banzai.

Come simpatico extra, Cline ha compilato sul suo blog una colonna sonora da abbinare alla lettura del romanzo che ripropongo integralmente.
READY PLAYER ONE – MIX TAPE
01 – Oingo Boingo – Dead Man’s Party
02 – Billy Idol – Dancin’ With Myself
03 – Family Ties – Opening Theme
04 – Schoolhouse Rock – Verb
05 – Duran Duran – Wild Boys
06 – John Williams – Star Wars Soundtrack – The Throne Room End Title
07 – Midnight Oil – Beds Are Burning
08 – Howard Jones – Like To Get To Know You Well
09 – Basil Poledouris – Conan The Barbarian – Anvil Of Crom
10 – Ladyhawke Soundtrack – Main Title
11 – Richard Strauss – Also Sprach Zarathustra
12 – The Beepers – Video Fever
13 – Men Without Hats – The Safety Dance
14 – New Order – Blue Monday 88 Remix
15 – Duran Duran – Union Of The Snake
16 – Billy Idol – Rebel Yell
17 – Cyndi Lauper – Time After Time
18 – LA Style – James Brown Is Dead
19 – Blondie – Atomic
20 – Wham! – Wake Me Up Before You Go-Go
21 – The Plimsouls – A Million Miles Away
22 – Change – John Waite
23 – Peter Gabriel – In Your Eyes
24 – They Might Be Giants -Don’t Let’s Start
25 – Def Leppard – Pour Some Sugar On Me
26 – Bryan Adams – Kids Wanna Rock
27 – Buckner & Garcia – Pacman Fever
28 – Rush – The Temples of Syrinx
29 – AC/DC – Dirty Deeds Done Cheap
30 – Schoolhouse Rock – Three is a Magic Number
31 – Rush – Subdivisions
32 – Monty Python and the Holy Grail – End Music

lunedì 23 gennaio 2012

Wild Guns - Natsume 1994

Wild Guns esce nel 1994, un anno in cui per distinguerti tra l'offerta per Super Famicom devi essere davvero un titolo eccezionale se non ti ritrovi sulla confezione le parole street fighter e mortal kombat. E ce la fa, il giocone Natsume, offrendo un'esperienza arcade furiosa e appagante ricalcando gli stilemi definiti da classici a gettone come Cabal (1988, TAD Corporation), Nam 1975 (1990, SNK) e Blood Bros (1990, TAD Corporation).
Con quest'ultimo condivide l'ambientazione western trasposta però in un contesto sci-fi, un po' come quella del triste Bravestarr ma senza il codino da tamarro e il cavallo psicotico con il nome da pornodivo. Che già te l'immagini i doppi sensi tra le ghignate dei pubblicitari della Mattel dopo aver creato un equino di nome TRENTA TRENTA (due volte, per ribadire) che si erge sulle zampe posteriori solo per usare il suo...uh...grosso bazooka.

Cioè, cosa avevate capito?
Tornando a noi, Wild Guns permette il gioco contemporaneo per due giocatori, con la scelta tra la bionda Annie e il massiccio Clint. A parte le ovvie differenze estetiche i due si usano allo stesso modo ma prima di iniziare la partita è possibile scegliere tra quattro varianti cromatiche. I due iniziano la loro missione a Carson City tra pistoleri e androidi dal grilletto facile mentre si fanno immediatamente evidenti le differenze rispetto ai titoli ispiratori.
In primis la libertà di movimento: i protagonisti oltre a spostarsi, muovere il mirino e tuffarsi di lato per evitare proiettili, possono eseguire un doppio salto e lanciare un lazo di energia in grado di paralizzare gli avversari. Al posto delle canoniche granate hanno a disposizione una smart bomb per far piazza pulita dei nemici sullo schermo e, per concludere in bellezza, il conto delle vittime riempirà progressivamente un indicatore in grado di scatenare un periodo di invulnerabilità durante il quale devastare le forze nemiche grazie ad un'incrementata potenza di fuoco.

Un cowboy contro un gigante di metallo armato di gatling, ed è solo il primo livello. Mangiati il cuore Will Smith!
Ogni livello è suddiviso in tre sezioni, le prime due con un sub boss alla fine e la terza dedicata allo scontro contro un guardiano particolarmente coriaceo. Le schermate sono prevalentemente fisse (quindi niente livelli a scorrimento come in NAM 1975) e un timer sulla parte bassa scandisce un conto alla rovescia per giungere allo scontro con il sub boss: ogni nemico eliminato dal giocatore velocizzerà inoltre l'attesa di un secondo. Immancabili le armi extra tra mitra e lanciagranate con la possibilità di raccogliere e rilanciare al mittente candelotti di dinamite. E' presente anche un pea shooter (perché scrivere sparapiselli in un post che include Trenta Trenta vuol dire cercarsela) che renderà inoffensivi i vostri attacchi se sarete tanto sfortunati da raccoglierlo nel marasma generale. La grafica è eccellente con innumerevoli sprite che infestano i livelli tra nemici e proietti, mentre i boss più grandi occupano generose porzioni di schermo tra stazza e volume di piombo vomitato, il tutto senza rallentamenti di sorta. Bellissima la pixel art di fondali e personaggi con il mode 7 utilizzato occasionalmente per enfatizzare il calore dell'ambientazione.

Sarebbe piaciuto anche a Lee Van Cleef. Best of the Bad.


Ma il punto forte è la giocabilità sopraffina: fu uno dei miei titoli preferiti a suo tempo per la macchina Nintendo, ci ho rigiocato un paio di giorni fa e credo che non esaurirà il suo fascino tra tot anni, grazie all'immortale azione arcade vecchio stile, immediata, furiosa e così dannatamente "da sala giochi".
A tal proposito Wild Guns offre crediti infiniti, vera piaga per le costose cartucce del Super Famicom che, ideologicamente, DOVEVANO offrire una sfida duratura in cambio del salato esborso monetario. Per lo meno il gioco sa essere duro come un macigno e ad ogni continue fa ricominciare il giocatore dall'inizio del livello, a calci nelle chiappe anche se era riuscito a raggiungere l'ultima sezione dello stage. E' presente anche un versus mode stile poligono di tiro dove due giocatori possono competere per il punteggio ma ovviamente lo charme del titolo risiede nella lotta cooperativa contro la cpu.

Wild Guns non ha ricevuto seguiti e non è stato convertito per altri sistemi, un po' come Project Firestart su c64. Tuttavia col passare del tempo ha radunato un durevole zoccolo duro di fan tanto da giustificare una riproposta sulla Virtual Console e una gustosa citazione da parte di Banpresto in SD The Great Battle 5 dove Shining Gundam e soci, opportunamente abbigliati per l'ambientazione western del gioco, si ritrovano a combattere in uno stage che cita in tutto la Carson City del primo livello di Wild Guns.

con tanto di quella fossa li' al centro pronta a ricevere emissari persiani presi a pedate nel deretano

domenica 22 gennaio 2012

Dai-2-Ji Super Robot Taisen Z Saisei-hen. Traduzione: non ci sperava più nessuno.

No, davvero.
Dopo aver lasciato con il fiato sospeso gli amanti dei robottoni giappi, della strategia a turni e, in generale, dei videogiochi come Dio comanda, quei demoni della Banpresto svelano nello scorso Famistsu l'arrivo del seguito del fortunato Hakai-Hen. Doveva uscire entro la seconda metà del 2011, dicevano, ma per la serie meglio tardi che mai ce lo portiamo a casa il 5 Aprile sull'irriducibile PSP, giusto in tempo per il mio compleanno.

Nuove serie:

Code Geass Lelouch of the Rebellion R2
Mobile Suit Gundam 00 Second Season
Tengen Toppa Gurren Lagann: Lagann-hen
Macross Frontier: Sayanora no Tsubasa
Tetsujin 28
Macross 7
Macross Dynamite 7

Che assieme a The Big O ha quel fascino ferro e bulloni che ti fa venir voglia di rivedere Giant Robot ora, appena finisco di scrivere questo post.
 Che si aggiungono alla nutrita schiera delle serie già presenti, ovvero:

Zambot 3
Daitarn 3
Trider G7
God Sigma
Baldios
Godmars
Xabungle
Votoms
- The Last Red Shoulder
- Roots of Ambition
- Pailsen Files
Orguss
Z Gundam (TV Series)
Char's Counterattack
Gundam Wing
Gundam X
Turn A Gundam
Gundam SEED DESTINY
Dancouga
Dancouga Nova
Getter Robo: Armageddon
Shin Mazinger
Dai Guard
Big O
Overman King Gainer
Gravion Zwei
Aquarion
Tengen Toppa Gurren Lagann
- Gurren-hen
Macross Fronter
- The False Songstress
Eureka 7 Movie

Terada che quando si tratta di fare il troll non prende lezioni da nessuno, nemmeno da Yoshinori Ono,  rivela nel suo blog che il titolo è pronto al 90%, che il protagonista Crowe ritornerà con tutta la verità sul suo passato e, dulcis in fundo, conferma bonus per i giocatori più hardcore del precedente titolo.

Conservate quindi con cura il salvataggio di Hakai-Hen se volete iniziare il nuovo capitolo con una marcia in più tra denaro e oggetti extra.

Lo aspetto a braccia aperte, principalmente per lui:

DAJE RYOMA!


nel frattempo potete visitare il sito ufficiale qui, al momento purtroppo ancora in fase di realizzazione.