martedì 10 aprile 2012

"Ore wa Strider Hiryu" (Parte 2)

Si parlava di quanto mediocri fossero le conversioni di Strider su computer occidentali. E' abbastanza comprensibile: in Giappone la conversione del gioco sull'X68000 era stata realizzata da Capcom in persona risultando anche migliore dell'adattamento di SEGA su Megadrive, mentre dall'altra parte dell'oceano Tiertex era quello che per noi passava il convento. A tal proposito, per le sue licenze Capcom e altre softco nipponiche adottavano una politica molto fire and forget: una volta assegnati per tot anni i diritti, chi li deteneva poteva farci quel che desiderava salvo particolari condizioni. Non c'era veramente interesse per quel che avveniva in occidente una volta intascati i soldi, ed erano belle somme. Nel Novembre del 1987 la GO!, sussidiaria della US Gold, sganciò la bellezza di 1.2 milioni di sterline per i diritti di dieci coin op Capcom. Con simili cifre in gioco, i deludenti risultati di adattamenti come Side Arms o Gun Smoke risultavano ancora più amari, tanto da giustificare l'ingresso di David Baxter come product manager al timone di progetti come Bionic Commando, saggiamente affidato nelle mani della Software Creations di Bubble Bobble, e del nuovo "pacchetto" di titoli, all'epoca LED Storm, Forgotten Worlds e Last Duel. In questa ottica succedeva a volte che, finché i diritti erano validi, spuntavano seguiti "fatti in casa" per sfruttare il più possibile la licenza. Ecco quindi arrivare Target: Renegade, Renegade 3 e The Vindicator - Green Beret 2 da parte di Imagine nonché Strider 2, frutto dell'esperienza maturata da Tiertex  con il primo episodio (sono ironico).

Nota per il mio amico David, ché noi credevamo da giovani che il protagonista tostissimo avesse le stigmate. Ho chiesto a Wakelin in persona, dice che la macchia sulle mani "is just a paintbrush". Delusione...
Strider 2 è un inno al kitsch, a partire dall'artwork pubblicitario con un tamarrissimo Strider-wannabe in improbabile posa mentre spara a generici androidi, fiero del suo codino stile Fiorello ai tempi del karaoke.

Strider centra il cugino fesso dell'ED-209 mentre si esibisce in un'ascellata degna del Franchino di Fantozzi.
Essendo il personaggio di Hiryu una proprietà comune di Capcom e Moto Kikaku , il nuovo Strider è Hinjo (...), in missione per salvare la leader del pianeta Magenta (...).
Stavolta la Tiertex lo ha per lo meno dotato di un'animazione di attacco, ma il resto del gioco è un tragicomico disastro. Abbandonata la struttura lineare del predecessore, Strider 2 vanta livelli aperti che Hinjo può esplorare alla ricerca di potenziamenti indispensabili per la sua TRASFORMAZIONE IN ROBOT CINGOLATO (...), obbligatoria per affrontare i nemici più tosti.
Lo sprite principale è più rapido che in passato tanto da muoversi in corsa; può inoltre usare una pistola laser per centrare gli avversari dalla distanza ma questo non riesce a salvarlo dall'assalto incessante dei nemici e dei loro proiettili che assieme danno vita ad alcune morti realmente cheap, coadiuvate da una generale imprecisione nei comandi dovuta ai movimenti rapidi da caffeinomane e da una dotazione atletica ridimensionata, con Hinjo incapace di scivolare o aggrapparsi ai soffitti nelle versioni per computer. 

La morte del level design ha finalmente un volto.

Avversari e livelli sono quanto di più generico e derivativo potesse scaturire dagli uffici della Tiertex, con qualche sprite importato stile copia ed incolla dal gioco originale come Solo, qui boss del primo livello, e una versione miniaturizzata di Grandmaster Meio. Il gioco è conosciuto sulle macchine SEGA come Strider Returns: Journey from Darkness ma a parte qualche modifica tipo l'assenza della trasformazione in robot, sostituita su console dall'evocazione di uno scudo rotante, e gli shuriken da usare per gli attacchi a distanza, non vale la pena sprecare nemmeno una foto per le comparazioni di rito: su qualunque piattaforma giri, il finto Strider non vale realmente il tempo del giocatore. L'unico momento veramente memorabile è il finale della versione Amiga, quando Hinjo raggiunge la nobildonna solo per trovarsi di fronte UNA SPOGLIARELLISTA CHE SCULETTA MEZZA NUDA NEL BEL MEZZO DELLA BASE NEMICA (...). Il trionfo del trash.

Non stò scherzando. Sicuramente la tipa stava soffrendo come poche sotto la prigionia...
Nove anni non furono sufficienti per riprendersi da una simile violenza, ma nel 1999 Capcom decise di tagliare corto dopo X Men VS Street Fighter e Marvel Super Heroes VS Street Fighter e passò direttamente a Marvel VS Capcom, mia personalissima KA per l'acquisto di un Dreamcast.
A sorpresa Hiryu entra a far parte del roster ed è un successo: sciarpa rossa svolazzante al collo, è caratterizzato secondo il modello originale ideato da Moto kikaku e vanta una serie di riconoscibili attacchi pescati dal suo esordio arcade. Può arrampicarsi sui muri, evocare una serie di aiutanti robotici e esibirsi in diversi attacchi col cypher: un personaggio rapido e dal gran potenziale che, per una volta, non è il solito clone degli "shoto" e necessita di una buona dose di pratica per rendere al meglio. Viene riconfermato l'anno dopo per il seguito su scheda Naomi dove è catalogato tra i re del chipping damage ma viene leggermente messo in secondo piano dalla natura sbilanciata del gioco


Perchè in un picchiaduro dove Cable ti combina le peggiori porcherie con l'Hyper Viper Beam aereo e  la totalità dei team dei professionisti include almeno uno tra Magneto, Storm e Sentinel, che te ne fai di un personaggio divertente da usare...
Sarebbe dovuto apparire assieme ad Haggar, Nash e altri nel picchiaduro poligonale Capcom Fighting All Stars, cancellato nel 2003 in seguito ai riscontri negativi racimolati durante i location test.


Dalle sue ceneri nacque l'ugualmente agghicciante Capcom Fighting Jam dove però Hiryu non appare, sostituito dal collega ninja Mukuro (Red Heart/Warzard). Oh, coerenza ci vuole.

Il ritorno in Marvel VS Capcom convinse che c'era ancora grinta in Hiryu e nel 1999 esce finalmente il vero Strider 2 su hardware Capcom Sony ZN-2, la stessa scheda che fa girare tra gli altri Shiritsu Justice Gakuen, Kikaioh e Star Gladiator 2. Anche stavolta ci sono cinque livelli, con il duello finale contro il redivivo Meio sulla nuova Terza Luna alla fine, ma stavolta il giocatore può decidere in che ordine affrontare i primi quattro. Capcom gioca sul sicuro stavolta, riciclando alcuni dei momenti migliori del prequel come la corsa lungo il pendio minato, i corridoi a gravità zero, il combattimento contro il nucleo gravitazionale o il livello da attraversare saltando da un velivolo all'altro. la grafica unisce fondali poligonali a sprite bidimensionali per Hiryu e buona parte dei suoi avversari con rotazioni e zoomate che garantiscono maggior respiro alle situazioni più coincitate, specie durante gli scontri con i numerosi boss. Senza bisogno di dirlo, anche stavolta Solo è della partita.


Privo dei suoi animali robot, il protagonista può ora camminare o correre, eseguire un doppio salto, effettuare attacchi multipli in volo e usare una modalità boost che scatena sullo schermo letali lame di energia a ricerca; come contropartita la difficoltà è notevolmente aumentata rispetto al passato e sarà necessaria molta pratica per finire il gioco con un solo credito, non a caso i longplay dei migliori giocatori giapponesi sono uno spettacolo che lascia realmente a bocca aperta. 
I quattro livelli iniziali sono una base artica, un castello, una metropoli e la solita aereonave Balrog, ognuno introdotto da un'illustrazione dell'artista Shoei Okano. Curiosamente, al contrario di Tenchi wo Kurau e seguito, le illustrazioni di Moto Kikaku non hanno mai  decorato i poster pubblicitari né sono apparse nelle schermate di Strider, lavoro destinato in entrambi gli episodi a Shoei, qui nel 1989...


e qui dieci anni dopo, nell'era del photoshop.


Essendo la scheda originale sostanzialmente una PSX con più ram, una conversione per Playstation fu pura formalità, impreziosita da una riedizione del primo Strider come bonus. Inotre è presente un livello extra con ambientazione amazzonica e la possibilità di giocare nei panni di Hien, uno Strider rinnegato responsabile della resurrezione di Meio che viene affrontato più volte nel corso del gioco. Vestito di bianco, utilizza una variante del cypher denominata "Valkyrie" per il combattimento a distanza, offrendo quindi un personaggio piuttosto diverso rispetto agli scontri corpo a corpo di Hiryu. Un buon adattamento, non perfetto per via di qualche fotogramma d'animazione che si è perso per strada ma nondimeno apprezzabile; sarebbe graditissimo rivederlo come titolo scaricabile in tutta la sua bellezza. 

Hiryu è tornato recentemente tra i personaggi di Ultimate Marvel VS Capcom 3: poca stamina e grande velocità sono il biglietto da visita per un personaggio più bilanciato che in passato. Molto appropriatamente, il suo costume DLC lo raffigura come nel suo esordio, oltre venti anni fa. 

Sono passati oltre venti anni, sembra ieri. Seguiranno momenti di nostalgia e depressione assortiti.
Hiryu, Hien, Solo e Meio sono apparsi anche nello strategico Namco X Capcom, un gioco che, giuro, prima o poi trattiamo come si deve.

 
Un gioco che, purtroppo, è MOLTO meno interessante di quanto possa sembrare.

Strider ha lasciato dietro una innegabile eredità facilmente riconoscibile nel DNA di titoli come Osman, Moon Diver e Run Saber. Il suo ritorno nel mondo delle risse contro i supereroi Marvel e nel progetto in mano a Grin che purtroppo non vedremo mai, lascia per lo meno sperare riguardo ad un futuro nuovo episodio.