giovedì 12 giugno 2014

Allora, com'è andata?

Eh, bene direi, dai.

Con tutti i retro eventi tenuti negli scorsi mesi ammetto di aver viaggiato discretamente, smuovendo le regali terga alla volta degli incontri videoludici italici organizzati da persone belle.
Come una sorta di guida Michelin del videogioco, ecco i miei resoconti, in ordine rigorosamente cronologico.

7 Giorni 8 bit // Dura 7 giorni suona 8 bit, Forlì.

Sette giorni una SE (rvice) GA (mes), considerando che mi sono presentato squallidamente nella mattinata di Sabato, con calma, ché l'età comincia a farsi sentire.
Ma Forlì è bellissima, pulita, ordinata, da volerci vivere. Questo unito alla splendida giornata di sole e all'overdose di persone incontrate ha innescato una supercombofinish meravigliosa, in grado di inebriare i sensi e farti prenotare da ora un posto in primissima fila per l'ipotetico seguito a sedici bit. L'evento nasce dall'incontro tra l'amico Alberto Semprini, il tempio del retrogaming locale Brain Fusion e il Cosmonauta, splendido pub al centro della cittadina romagnola che ha gentilmente fornito lo spazio per la manifestazione. A una vetrina con pezzi da esposizione anche piuttosto forti (come un Odissey boxato, che instigava alla razzia più barbara) si affiancava una saletta dove retrogiocare con computer e console. Da notare l'MSX2 dotato di flashcard, una cosuccia che sognavo dal 1989 e che mi ha ispirato, spingendomi a desiderare una configurazione simile, raccattando macchina e cartuccia online. La prima è costata poco, rimessa a nuovo con una manciata di condensatori, la seconda un po' meno, ma il cuore è contento di potersi godere l'intera ludoteca MSX, e quello ha sempre ragione. Nei giorni precedenti ci sono state proiezioni a tema e un confronto generazionale NES vs. Master System, amalgamando nel giro di sette giorni spasso, musica (ci arriviamo tra qualche riga) e cultura.



E poi, come già detto, tanta gente bellissima, con volti vecchi (ma che dovevano essere incontrati di persona almeno una volta) e nuovi. E la sera il concerto di chiptune a cura di Fabio Bortolotti, grande artista in grado di conquistare anche chi, come me, si porta sulle spalle una formazione musicale totalmente differente e che mai si sarebbe immaginato di giocare a Commando con il tema di Ken il Guerriero in sottofondo suonato da un Game Boy, con una folla ad alto tasso alcolico che canta impazzita, all'una di notte con nonchalance.
Risultato: locale pieno, un sacco di adorabile bordello e gente soddisfatta, con occhioni carichi di gioia nel rivedere questo o quel gioco della loro giovinezza. Ottimo, direi. E bravo Alberto.

Insert Coin "Jump" e Road to Ultra, Roma.

Doppio appuntamento dal grande potenziale, gentilmente ospitato dall'immenso Gianluca Goglia nella capitale. Mai stato prima a un Insert Coin, le serate a base di retrogaming organizzate da Andrea Babich (già ospite tra queste pagine) e dall'onnipresente Bortolotti, che negli scorsi mesi ho visto più volte di mia madre (ah, grazie ancora per il vinile: cenobitico). 
A parte che Babich dal vivo è praticamente impossibile da odiare/risultare antipatico, nonostante il sottoscritto sia cintura nera borchiata in misantropia, la serata si regge su un equilibrio particolare. Tanti giochi proposti in ordine cronologico, con quelle informazioni flash, interessanti ma divulgate rapidamente, magari insieme a battute o mentre qualcuno è alle prese con l'X-Arcade con cori da stadio in sottofondo. Un modo di fare apparentemente casinista che colma lacune e istruisce i più giovani e curiosi, senza però sconfinare in una tediosa lezione di storia; dall'altra parte, l'umorismo e lo spirito di gruppo che inevitabilmente va formandosi diverte il veterano rompicoglioni, che altrimenti se ne rimarrebbe a casa, intento a contare i fili d'erba nell'attract mode di Daimakaimura.
Merito del pubblico entusiasta e, sopratutto, del carisma dei due organizzatori: davvero una bella serata.
Peccato essere andati via verso mezzanotte, ma c'era da macinare qualche chilometro di troppo per andare a nanna. Ecco, perché il giorno dopo c'era il Road to Ultra, con i campioni internazionali, i pro del picchiaduro, l'Ultra da testare, la leggendaria Extra Ball...

Tutto molto bello. Forse troppo.
Di belve, a onor del vero, ce ne erano in effetti parecchie, tra cui il mostruoso Ryan Hart direttamente dall'Inghilterra, lui e le sue tre apparizioni nel Guinness dei Primati, riassumibili in "non premere nemmeno start e vattene lasciando il pad, tanto sei già morto".
Peccato che le build dell'Ultra fossero vecchiotte ("riciclate" da un recente evento in Francia, suggerivano dalla regia) e prive di Decapre; oltre a questo l'Extra Ball, vera mecca dell'appassionato italiano di sale giochi ai tempi di C+VG e di IUR, nel suo stato attuale era una brutta visione
Videopoker ovunque, bar e qualche gioco di guida: il solo sparatutto di Rambo, ovviamente nutrito da parte nostra con abbondanti dosi di gettoni (da quanti anni non cambiate un gettone in sala giochi?), non è stato sufficiente a vincere lo sconforto e la crisi di mezza età. 

"Ai miei tempi l'era una distesa di coin-op" ho detto, prima di tornare a contemplare i lavori in corso assieme agli altri ragazzi della bocciofila. 

Insert Coin "Punch", Milano.

Appeso con orgoglio nel mio studio., sebbene mia moglie mi faccia notare che magari sono un attimo fuori dal taget del "Dipartimento della Gioventù".
Che poi a fine Maggio c'è stata questa congiunzione astrale strana. Tipo che dovevo portare robe all'amico Andrea Porta, dovevo prendere robe da lui, e nel frattempo c'era l'ultima serata Insert Coin dell'anno, tra l'altro a tema picchiaduro, nientemeno. E allora, forte del volo pagato trenta euro prenotato un mese prima, metto le ali alla volta di Milano, per assaporare le serate a base di retrogaming più famose d'Italia nel loro habitat naturale. Dopo una giornata a zonzo cerchiamo parcheggio dalle parti del Metissage con la fortuna di chi si avventura nel Sahara, convinto di trovare un distributore di bibite tra le dune. Eppure al primo passaggio incrociamo Mauro Corbetta con l'immancabile fedora calcato in testa, e ci crediamo tantissimo.

In hoc signo vinces. Ci crediamo a questi livelli.

"Guarda, mitico Corbetta! Siamo vicini, dai parcheggia!", solo che un'ora dopo siamo ancora lì, 'tacci della zona isola. Ce la facciamo, però le condizioni fisico/logistiche appaiono avverse: sono in piedi dalle quattro del mattino senza riposo e dobbiamo fare parecchia strada prima di stramazzare su un letto, quindi il tempo e gli hit point a disposizione sono scarsini. Il circolo Arci Metissage, scommetto, nelle stagioni più fresche deve essere un bel ritrovo per i giovani, ma il trenta di Maggio era caldo. 

Stile pianeta Gorgon di Thunderforce III.

Metissage, Milano. 30/05/2014
E dannatamente stretto per ospitare i potenziali cento e passa assatanati invitati all'evento sulle pagine di Facebook. Io e i miei prodi wingmen rimaniamo bloccati dal crescente sbarramento umano, optando presto per posizioni strategiche dalle parti dell'uscita o direttamente fuori, uff!  Il personale del locale era simpatico e munito di rincuoranti sorrisi d'ordinanza, ma avrei voluto godermi meglio l'evento, possibilmente con più tempo a disposizione e meno stanchezza sulle spalle.
Dopotutto, come un tizio col fedora più famoso di me amava rimarcare: "Non sono gli anni, tesoro, sono i chilometri".

No, stavolta non c'entra Corbetta.

"Ti ho detto che ti confondi, non conosco nessun Consolemania."
Non riesco nemmeno a salutare con l'affetto dovuto gli amici conosciuti agli eventi precedenti (Mik e Valentino, sorry, stavo per crepare) e mi riprometto di tornare da quelle parti in futuro, con clima rigido e un alloggio in zona, anche perché l'Insert Coin "originale" è pieno di bella gente della scena videoludica nostrana come Zave o l'Aulettone, per dirne un paio tra quelli avvistati nella calca, e magari qualche sfida come si deve si può organizzare. Un arrivederci a malincuore, perché la qualità dell'intrattenimento era altissima anche stavolta, con una scelta di titoli interessanti e - sopratutto - divertenti per tutti.
Come l'assurdo Boxing Bugs di Cinematronics (praticamente Star Castle al contrario, con un pizzico di stramberia extra) o l'acerbo Crime Fighters, sperando che più tardi gli altri virgulti si siano sparati anche il resto della "trilogia delle mazzate a scorrimento Konami", con Vendetta e Violent Storm.

Ma anche tante altre belle declinazioni sul tema "pugno", senza per forza spaccare la faccia a un teppista binario in un vicolo buio, grazie a Rhythm Tengoku e Twinbee: c'era tutto, davvero.

Peccato essermi perso la sorpresa, ovvero l'accensione di un cabinato spacciato per guasto, solo per  rivelare una PCB di Double Dragon, vogliosa di scrollarsi un po' di polvere di dosso e prendere a calci Willy Mackey un'ultima volta. Così, tanto per tenere conto delle gomitate.

Eppure mentre sullo schermo Nekketsu Kouha Kunio Kun pestava durissimo, mi sono sentito quasi evocato. Mah, sarà un'allucinazione...