Tornate indietro con la
mente agli anni 80 e fatevi venir voglia di un sano picchiaduro uno
contro uno: scordatevi combo, megamosse, effetti speciali e assurdità
varie: la maggior parte di loro prendevano sul serio il concetto di
“arte marziale”.
Karate Champ, Way of the Exploding Fist o il
sempreverde International Karate + decretavano la vostra vittoria in
base al punteggio guadagnato atterrando gli avversari come in un vero
incontro; niente barra di energia da depletare, niente fatality con
cui annichilire il nemico quindi, ma una virile tenzone di abilità
tra veri uomini. Piuttosto noioso se volete il parere di Steve Brown,
programmatore alla corte della Palace con una sana passione per il
filone Sword and Sorcery e vorace lettore della serie a fumetti The
Savage Sword of Conan, basata sulle avventure del nerboruto eroe
cimmero di Robert Ervin Howard.
Il concetto dietro il successo di
Barbarian era elementare: come un bimbo davanti ad una confezione di
Lego nuova di pacca, così Steve ebbe carta bianca per realizzare il
videogioco che aveva sempre voluto ma nessuno aveva ancora creato,
pescando a piene mani dal background di Conan; dopotutto, dopo il buon
lavoro svolto con i due Cauldron, la sua abilità era fuori
discussione tra i boss della Palace, che si videro subito interessati
all’idea di un gioco basato su duelli all’arma bianca.
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DooMbait. Lui sa. |
Il
malvagio stregone Drax ha messo a ferro e fuoco la Città
ingioiellata per avere la prosperosa principessa Mariana, ponendo
però una condizione: chi riuscirà a battere i suoi guerrieri potrà
reclamare la libertà della dama. Uno dopo l’altro gli aspiranti
campioni cadono finchè un guerriero solitario emerge dalle lande del
nord…
Se tutto questo sa di cliché che la metà basta non fa nulla; il
valore di Barbarian risiede altrove, principalmente nel fanatismo del
suo creatore che costrinse il povero assistente Gary Carr a dolorose
sessioni di combattimento con spade di legno per replicare al meglio
le movenze dei guerrieri del fumetto e dei due film di
Schwarzenegger. In seguito le pose e gli attacchi più riusciti sarebbero stati riprodotti con cura nel gioco.
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Don't lose your head. Ecco, così andava fatto il tie-in di Highlander... |
Prendendo spunto dai migliori picchiaduro
dell’epoca, il sistema di comando era perfetto, concentrando
tecniche offensive, difensive e parate (una vera novità per il
genere) su un solo joystick in maniera assolutamente naturale ed
intuitiva. Degni di lode anche la scaltra AI degli avversari
controllati dalla CPU in grado di dare filo da torcere anche ai
giocatori più esperti e la fantastica colonna sonora del compianto Richard Joseph, un capolavoro dalle tonalità possenti ed epiche che
ben accompagnavano i convincenti effetti sonori. Critica e pubblico
adorarono istantaneamente Barbarian, sia per la novità portata nel
genere, sia per la realizzazione tecnica da manuale. Inizialmente
programmato su c64, il gioco venne convertito su Spectrum, Amstrad ed
Atari prima di fare il grande passo e arrivare sugli schermi dei 16
bit; in particolare la versione Amiga sfoggiava maggiore fluidità e
velocità, impreziosita tra l’altro da ottimi effetti sonori
campionati.
L’anno seguente il successo sarebbe stato bissato da
The Dungeon of Drax, seguito di gran classe che si discostava dalla
formula a base di duelli del titolo originale per adottare una
struttura da arcade adventure, caratterizzata da esplorazione e
ricerca. Ovviamente il sangue e i feroci
combattimenti del predecessore erano ancora al loro posto, stavolta affiancando al Barbaro la
stessa principessa Mariana come personaggio giocabile contro orde di
mostri fantasy.
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L'ultimo livello di Barbarian 2 è sostanzialmente uno scontro contro una serie di boss. |
Indubbiamente però il gioco ottenne buona parte del
suo reverenziale fascino per due motivi.
In primis la cover,
che mostrava il massiccio culturista Michael Van Wijk
(vera celebrità dell’epoca in Inghilterra per il ruolo di Wolf
nello show sportivo Gladiators) nella parte del Barbaro, ma
soprattutto la formosa Maria Whittaker, celebre modella dalle
generose forme, particolarmente valorizzate dal microscopico bikini
indossato nei panni della principessa Mariana.
Tuttavia il motivo che
consegnò Barbarian alla leggenda del nostro hobby è l’infame
colpo in grado di decapitare l’avversario e concludere in un
istante lo scontro, particolare che donava ad ogni combattimento una
tensione quasi palpabile. Memorabile lo humor nero che seguiva la
decapitazione, con un goblin che prendeva a calci la testa del
malcapitato mentre trascinava via il resto del cadavere per far
spazio al prossimo massacro: decisamente non li fanno più come una
volta.
Che signore, a tacere della nude patch che girava sotto il nome di Barbarian II Porno. E del cheat per avere Maria nuda in Barbarian I. Ooops! L'ho fatto io^_^
RispondiEliminaAmmetto che all'epoca non l'avevo, ma vidi una schermata secoli fa su un sito che si prefiggeva il nobilissimo scopo di raccogliere TUTTI i giochi zozzi per C64, con o senza patch. Se non erro Barbarian 2 porno era quello con lo splash screen ridisegnato, dove al posto del demone... ok ho appena googolato, come dicono i giovani. Ricordavo bene, a volte è una maledizione.
RispondiEliminaEro tanto piccolo e Barbarian era per me il terrore assoluto. E nemmeno capivo bene il valore delle curve, insomma, davvero una storia triste.
RispondiEliminaCrom, all'epoca quindi non avresti risposto bene alla domanda "Conan, cos'è il meglio della vita?"
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