martedì 21 maggio 2013

Dark Awake: The King has no Name - Eolith, 2004/2010

Ammetto che questo lo avevo completamente dimenticato: ne avevamo parlato sul forum di TGM a suo tempo e ciao. Molte lune passarono da allora, e l'uscita del gioco sul solo PSN nipponico ha dato rinnovato vigore al detto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore".
Finché non l'ho visto recensito sul retrogamer.it di Abiusi, e da lì procurarmi un codice da mille Yen per mettere le mani sul titolo è stato un attimo.
Sono soddisfattissimo per due motivi. Il primo è che Dark Awake spacca. È un picchiaduro ben fatto con una massiccia dose di originalità distribuita tra meccaniche e cast: merce pregiata considerato il genere.

Le dimensioni di Troll sono massive, così come il danno causato. L'indicatore sotto i personaggi è la Mana Gauge.

Poi perché è della Eolith, la stessa Eolith responsabile di porcherie classe omega come KoF2001 e 2002. Sebbene non sia più tra noi fa piacere sapere che la sua storia non debba essere consegnata ai posteri come un elenco a senso unico di fallimenti: qualcosa di buono, seppure alla fine, è arrivato.
Certo bisogna chiudere un occhio prima di investire ore in questo picchiaduro all'arma bianca, appetibile risultato di una ricetta a base di Golden Axe: The Duel, King of Fighters e Dungeons & Dragons. Colpa dell'ingombrante e modulare Taito Type-X che, uscita nel 2004, presentava risoluzioni ben più basse di quelle offerte dagli HDTV odierni. A questo si unisce la natura  prerenderizzata degli sprite, una scelta particolare che "spalmata" sugli schermi ad alta definizione non si presenta al top della forma. È necessario quindi navigare il menu in giapponese prima di subito, per abilitare l'opzione di smussatura ed evitare di rigettare il pranzo di capodanno sul tappeto del soggiorno dopo il primo caricamento, ché poi le macchie non vengono più via.

Se sei un appassionato di picchiaduro bidimensionali e superi l'impatto iniziale, però, Dark Awake riesce a rapirti.

Pubblicato da Taito nel 2004 come Chaos Breaker (Dark Awake è il titolo di pre-produzione, un po' come Wing Leader fu per Wing Commander), il gioco ha aspettato la bellezza di sei anni per varcare i confini delle sale giochi e trovare casa su PS3 come titolo scaricabile, nell'Agosto del 2010. Quello che abbiamo dopo tanta attesa, purtroppo, è una conversione ad opera di Recom piuttosto spartana: il netcode è tremendo, il v-sync è assente e non esiste un'opzione per il VS in locale, costringendo due poveracci che si vogliono sfidare ad intraprendere una partita contro la CPU e interrompere il gioco premendo start sul secondo controller, come si faceva in sala giochi. Detta così la situazione sembra peggiorare riga dopo riga, ma bisogna prendere in mano l'arcade stick per apprezzare e rimanere spaesati, allo stesso modo.

Vritra è un elfo oscuro che combatte con due spade: fermami se già la conosci.

Gli stessi sprite che inizialmente sembravano sgraziati si scoprono animati con un rimarchevole numero di fotogrammi, l'azione è veloce e fluida mentre una schermata iniziale assolutamente inusuale fa intendere che la profondità del gioco sia molto più di quella che inizialmente appare.

Ci sono sei gruppi di tre personaggi l'uno che combattono tra di loro per riunire gli oggetti magici lasciati dagli dei dopo la lotta contro i draghi, avvenuta secoli fa; ognuno ha i propri scopi e tutti sono caratterizzati con un occhio di riguardo al fantasy occidentale. Viene quasi da pensare che lì alla Eolith qualcuno avesse un debole per la Games Workshop, poiché alcuni dei guerrieri - specialmente i pelleverde - sembrano usciti da un catalogo Citadel, pronti a combattere su un tavolo di Warhammer.

Ovvio, ci sono i classici del genere come barbari ipertrofici e maghe seminude, ma quanti altri picchiaduro ti fanno usare un cavaliere non morto con tanto di cavalcatura scheletrica, un ingegnere nano che spinge infaticabile un gigantesco cannone da assedio o un necromante che evoca scheletri e zombie? Con delle movelist di tutto rispetto, tengo a precisare: Dark Awake prende in prestito i comandi di Samurai Spirits 3 (tre pulsanti di potenza crescente per le armi e uno per i calci) e mette a disposizione dei suoi pittoreschi protagonisti un buon numero di mosse speciali e desperation moves, qui ribattezzate Mana Burst, con un buon bilanciamento tra i valori di attacco, difesa e velocità dei guerrieri. A definire ulteriormente le meccaniche arrivano Il Mana Counter, contromossa al prezzo di un segmento del Mana Gauge in tutto e per tutto simile alla Zero Counter della serie SFZ, e il Deflect, simile alla parata di SFIII e sottolineato da riusciti effetti sonori in grado di far urlare in maniera convincente l'acciaio che si scontra e stride. Per finire abbiamo il Character Assist, ovvero l'entrata in scena di uno dei nostri compagni per eseguire un rapido attacco. Una tecnica che ricorda sgradevoli e caotici momenti a base di striker, qui fortunatamente ridimensionata grazie all'obbligo di spendere una "tacca" del Mana Gauge per richiamare l'alleato.

Una schermata di selezione come non ne avete mai viste in un picchiaduro.
Poi c'è la questione oggetti: oltre a tre personaggi, inizialmente possiamo scegliere di portare in battaglia un oggetto magico selezionabile da una rosa di trentadue, e ne collezioneremo altri strada facendo, sconfiggendo i nemici nella modalità arcade.
Gli artefatti possono essere equipaggiati in battaglia con risultati differenti: la pozione guaritrice, ad esempio, può essere usata tre volte per round per guadagnare salute, come bonus passivo garantisce un recupero di punti ferita in più tra un round e l'altro ma può anche sprigionare un suo Mana Burst (qcf + BC, movimento comune per tutti gli oggetti) sacrificando una sezione della Mana Gauge. In più ci sono  gli oggetti personali, ovvero gingilli che conferiscono ulteriori bonus se equipaggiati mentre si usa un determinato personaggio. La Hellfire Sword normalmente conferisce un incremento del 10% al danno fisico e magico, ma se ad usarla è Ramda l'incremento arriva al 30%, oltre a modificare leggermente lo sprite. Addirittura alcuni Mana Burst possono essere scatenati solo se al personaggio viene abbinato il suo oggetto personale, vedi il ヘルフレイ di Gerhardsen II.

Un buon bilanciamento tra abilità e preparazione risulta quindi importantissimo per sfide tra giocatori esperti; a tal proposito segnalo la guida scritta da Black Murasame63, uno dei pochi documenti sul gioco in lingua occidentale, pubblicata sul solito Gamefaqs.

Ai diciotto personaggi immediatamente selezionabili si aggiungono la manticora e la maga Thiele, oltre al boss finale da affrontare nella modalità arcade dopo aver raccattato un numero sufficiente di oggetti prima della conclusione. I cattivi sono utilizzabili negli scontri contro un giocatore umano, semplicemente premendo select più attacco debole, medio e forte con il cursore sopra la casella della selezione random.

Qualunque cosa voglia dire: l'inglese usato nell'attract mode è quantomeno esilarante...

Dark Awake merita una possibilità da parte degli appassionati, magari disposti a stringere un attimo i denti o, addirittura, a compiere lo sforzo di collegare la PS3 ad un catodico. È probabilmente il miglior picchiaduro bidimensionale che non avete ancora giocato.

5 commenti:

  1. Mai sentito o visto manco per sbaglio. Ho cercato qualche video e le animazioni sono effettivamente straordinarie! Complimenti per l'ultimo screenshot.

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  2. Gianluca praticamente tengo il blog aperto solo per te, basandomi sulla quantità di commenti. Appena non trovo più un tuo post vuol dire che è finita e chiudo tutto asd.

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  3. Appena non trovi più un mio post vuol dire che SONO finito! Purtroppo è la formula stessa del blog ad aver rallentato, ce ne sono miliardi e la meritocrazia non è contemplata correttamente dai motori di ricerca. Sebbene la missione "completamente inutile", il tuo sicuramente è il migliore che leggo, fosse per me ti dedicherei un canale tematico su SKY in cui racconti h24 di videoludica. Demotivation is the problem, ma di questi tempi c'è poco altro da fare se non incoraggiarsi da soli...

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  4. Sono stato qui. (Non commento di solito ma leggo sempre!)

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  5. grandi entrambi, con questi presupposti direi che il blog è in ottima salute :D

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